martedì 23 agosto 2011

Ha vinto Giorgio



Eravamo ancora in inverno quando cominciò. Ci dissero che la faccenda sarebbe stata “questione di giorni, non settimane”. A primavera inoltrata, con la solita faccia tosta sostennero che "ipotesi realistiche parlano di 3/4 settimane" per mettere fine a tutto. E invece siamo alla fine dell’estate. Ce n’è voluto di tempo alla Nato e agli emiri per mettere alle corde un tiranno rinchiuso nei suoi bunker di Tripoli.

Scrivevo il 7 maggio:

È chiara una cosa che ormai scrivo fin dal primo giorno: Gheddafi è morto, con lui non è possibile perdere ulteriormente la faccia. Ma un’altra soluzione non sembra in vista. Se si aspetta di prendere la Libia per logoramento la faccenda andrà avanti per mesi e forse più. Urge un’idea, ma non c’è.

Ora possiamo ben considerare che l’unica “idea” è stata quella di sganciare bombe su bombe: 20.000 missioni per 7.500 attacchi, il 16% portati dagli Usa. Più centinaia di “consiglieri”, come riporta il quotidiano Indipendent. Secondo la Stratfor, l’agenzia privata d’intelligence più grande del mondo, senza l’apporto delle forze speciali del terrorismo occidentale i “ribelli” da soli non ce l’avrebbero fatta. L’hanno chiamata “rivolta popolare”, ma è stata anzitutto una catastrofe umanitaria sotto molti punti di vista. Gli italiani un piccolo risultato l’hanno ottenuto proprio oggi: le azioni dell’Eni hanno ripreso a salire.

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