giovedì 4 agosto 2011

¡Ay qué terribles cinco de la tarde!


Scrivevo stamani: sono, mentre scrivo, le sette del mattino. Oggi la borsa di Milano chiuderà negativa, con forti ribassi e il differenziale dei titoli di Stato supererà la soglia psicologica di 400 punti rispetto a quelli germanici. Il doppio rispetto solo a tre mesi fa.

Non ci voleva molto intuito. Il tonfo in borsa c’è stato (-5,16), la soglia psicologica dei 400 punti non è stata superata, ci si è attestati a 390, ma domani e nei prossimi giorni, salvo interventi decisivi della Bce, verrà abbondantemente superata.

È vero, non è solo una questione di debolezza italiana o spagnola, gli speculatori vogliono vedere la ciccia, vogliono sentire l’odore del sangue che cola. Non si accontentano di promesse e pannicelli caldi. La crescita non c’è, la crisi è anzitutto una crisi di accumulazione. Giusto quello che scrivevo l’altro ieri: la formazione di un’immensa massa sovrabbondante e vagante di capitale monetario, la conseguente speculazione nei mercati finanziari, le crisi cicliche che si susseguono per svalorizzare questa pletora di capitali, non sono altro che conseguenze dell'insufficiente capacità di auto valorizzazione del capitale nella sfera della produzione.

Un po’ alla volta gli argomenti di economia saranno sulla bocca di tutti. Persino mia suocera ora sa cos’è lo spread tra bund tedeschi e Btp italiani. Chi sperava di cullarsi nell’attesa, del tirare a campare, dei “conti in ordine”, tipo Tremonti-Berlusconi-Bossi, si dovrà ricredere. Non è ancora finita, il peggio deve arrivare. L’unica incognita è se arriverà di botto o un po’ per volta. E a questo punto ci frega poco se Napolitano dovrà ritornare dalle ferie oppure continuerà a farsi cullare dalle onde del mare.

4 commenti:

  1. Ma tu pure credi come molti eminenti marxisti (tipo Samir Amin) che questa sia la crisi "perfertta"? io lo penso dal 2008 e i segnali sono sempre più forti. Ad alcuni nonni del mio paese quasi un anno fa dissi: sento puzzo di guerra mondiale, non subito ma tra qualche anno. Non se la sentirono di smentirmi...

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  2. Non ricordavo di averti scritto della guerra mondiale, sono proprio rincoglionito...

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  3. apprezzo Samir Amin

    non esiste la crisi perfetta, come ho già scritto esistono le crisi, ognuna con le proprie caratteristica, ma le cui cause fondamentali sono le stesse

    nel post del 2 agosto ho scritto:
    La dinamica classica del modo di produzione capitalistico è una dinamica sostanzialmente ciclica all’interno della quale fasi di recessione si alternano a fasi di crescita e viceversa. Questa ciclicità esiste sempre, ma quando la recessione congiunturale si somma con la tendenza di fondo, cioè con la crisi generale (fatto salvo che i cicli positivi di un’area economica possono coincidere con i cicli negativi di un’altra area) si determina una situazione estremamente instabile nella quale un crack generale e profondo è possibile in ogni momento.

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  4. Mah; io invece credo proprio che una crisi "perfetta" all'interno del capitalismo prima o poi arriverà e coinciderà come "questa" con quella di sistema così profonda che i cambiamenti dovranno essere per forza radicali. L'indice dei mercati nel capitalismo attuale si basa sul mercato delle automobili e vista la sua profonda crisi la cosa si fa molto interessante.

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