venerdì 13 maggio 2011

Sotto la tallonite dei banchieri



Grosso guaio a blogtown, caro Kurt. In attesa che i maghi rappezzino lo zufolo vediamo di scribacchiare qualcosa per non farsi poi trovare impreparati nella gara a chi spara più lontano o anche solo più bischero.

Ieri, in uno dei tre post scomparsi (la troupe della Sciarelli è già sottocasa), scrivevo che la democrazia è un’invenzione fatta per i poveri, per illuderli e tenerli buoni, ma a uso e abuso dei ricchi. Non ho quasi chiuso occhio pensando con rimorso di aver provocato un crash nelle speranze del lettore più ingenuo del blog. Poi questa mattina, nella stanza più piccola della casa, meditavo sul fatto che, perse le proprie illusioni, gli schiavi non perdono però la loro condizione e, prima o dopo, ci proveranno di nuovo a cambiare le cose. Come pezza d’appoggio non mi sembrava male. Proprio allora è arrivato il manifesto a rassicurarmi che noi menagramo non si è mai da soli. Ed eccoti l’editoriale di Marco d’Eramo che non riporto integrale per non togliere la gioia a chi vorrà poi leggerlo in proprio con la modica spesa di 1,30 euro che farà felice Norma Rangeri:

Qualunque governo gli elettori abbiano scelto, qualunque politica abbiano votato, devono comunque sottostare alle condizioni della banca centrale europea, devono decurtarsi gli stipendi, dimezzare le pensioni, privarsi della sanità pubblica, chiudere scuole, biblioteche, ospedali.

Parla della Grecia, non quella dei concittadini di Pericle che aspiravano all’arte della fabbricazione del sociale, ma di quella di Papandreou dove i cittadini devono aspirare all’arte di come sbarcare il lunario. De te fabula narratur, prima o poi verrà il nostro turno e allora non ci ricorderemo solo del plissé delle ministre dei governi Berlusconi, ma anche dei 1.700 milioni di euro per nuovi armamenti stanziati dal governo Prodi nel 2007 (dei 2,1 miliardi destinati in aumento alla Difesa), dei 1.550 milioni per l’anno 2008 e dei 1.200 milioni per l’anno 2009. Tanto per dirla in euro.



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