martedì 31 maggio 2011

Illusioni di pochi momenti



Quando una classe dirigente (?) arrogante e proterva come poche prende una botta elettorale come questa (uno schiaffo l’ha definito il ministro dell’interno, sarebbe stato meglio un calcio in culo ma accontentiamoci) non si può che essere contenti. Ma poi non troppo perché le cose non sono destinate a cambiare. Primo perché a comandare ci sono ancora loro, secondo perché non è che cambiando qualche faccia si possa immaginare chissà quali rivoluzioni nell’ordine dei problemi. Il riformismo è fallito, c’è un debito pubblico da delirio, servizi che diventano sempre più scadenti, lavoro che manca e futuro che non c’è. Sono d’accordo con la Camusso, stanno creando un’Italia sempre più povera. Avrebbe dovuto aggiungere: un’Italia dove i ricchi sono sempre più ricchi e non pagano le tasse. Anzi, con quelle evase (complice anche il centrosinistra) si comprano ogni giorno un pezzo di patrimonio pubblico.

Dopo il “ghe pensi mi” e “va tutto ben”, sarà la volta dei “sacrifici”. Come sempre. Lo spettro di Irlanda, Grecia e Portogallo (e Belgio) incombe. Gli Stati mantenuti artificiosamente sull’orlo del fallimento sono costretti a contrattare con i banchieri e gli squali della finanza sempre nuovi prestiti a condizioni sempre più sfavorevoli. Il debito statale arricchisce una frazione della borghesia e rafforza il potere anche delle altre frazioni perché crea condizioni di supersfruttamento.

La patrimoniale? Se ci sarà (e ci sarà, comunque camuffata) finiranno per pagarla salariati e pensionati, piccoli artigiani e precari con partita iva. Sarà sufficiente far aumentare l’inflazione reale (quella che chiamano “percepita”), ticket e tariffe, diminuire la spesa per sanità (non gli sprechi) e l’assistenza, inasprire gabelle a chi non può sfuggirvi, e qualunque statista si potrà presentare a Bruxelles sorridente senza aver vulnerato gli interessi che sono altrettanti sostegni del sistema dominante. Insomma, la politica economica di ieri, di oggi e di sempre.

La borghesia è scaltra, sa cambiare cavallo in corsa, se necessario (ed era necessario). Quello che si sente nei media è solo il suo discorso, monotono. In alcuni grandi salotti ieri sera s’è brindato al “nuovo”, in altri s’è brindato ugualmente, tanto è un gioco tra loro. In piazza si festeggia solo l’illusione di pochi momenti.

Ps.: l'avv. Pisapia ha espresso solidarietà ai soldati italiani in Afghanistan. Non è che s'è dimenticato di aggiungere qualcosa?

2 commenti:

  1. Quello che accade, accade non tanto perchè una minoranza vuole che accada, quanto piuttosto perché la gran parte dei cittadini ha rinunciato alle sue responsabilità e ha lasciato che le cose accadessero.
    (Antonio Gramsci)

    Saluti da Luigi.

    http://laclasseoperaia.blogspot.com/2009/12/la-fuoriuscita-dalla-crisi-e-nel.html

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  2. "l'avv. Pisapia ha espresso solidarietà ai soldati italiani in Afghanistan."

    Oh, che bello che qualcuno lo ricordi! Credevo d'essere l'unico ad essersene accorto...
    Saluti e complimenti per il blog

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