lunedì 11 aprile 2011

L'Europa delle cannoniere e l'Italia dei "föra da i ball"



Nel solo Nordafrica che s’affaccia nel Mediterraneo vivono circa 200mln di persone, un potenziale di forza-lavoro enorme e anche di problemi. C’è il gas, il petrolio e l’agricoltura, ma anche il turismo e la pesca. Insomma non c’è solo deserto e aride lande. Ma l’Europa sfrutta le risorse e potenzialità di quei paesi come se si trattasse di proprie colonie, sul modello statunitense, cioè un’indipendenza politica formale e però sotto un controllo economico stringente. Ciò è causa di una situazione economica e sociale, specie a seguito del rincaro delle derrate alimentari, disastrosa. Se l’Italia e l’Europa pensano di far fronte all’immigrazione da questi paesi (e dagli altri) semplicemente ignorando la questione fondamentale (che non è quella immediata degli sbarchi di poche decine di migliaia di persone, tra le quali s’infiltra, inevitabilmente, anche la peggior feccia appena libera dalle galere) che è quella di offrire un deciso e autentico aiuto allo sviluppo economico e sociale, allora tali nodi diventeranno ancora più intricati e problematici, i contrasti e le polemiche, nel Mediterraneo e in Europa, ancora più forti e accese.

C’è bisogno di una conferenza europea su questo punto, con all’ordine del giorno un piano “Marschall” a sostegno di questi paesi. Un intervento davvero robusto senza badare a spese, in quanto il ritorno, anche economico, non potrà che essere, nel tempo, positivo. Ma c’è da star sicuri che gli interessi prevalenti dei potentati economici multinazionali (che sono poi quelli che dirigono la politica economica e quella estera) impediranno una qualsiasi seria e coordinata  intesa.

L’Italia, essendo una modesta potenza, non ha possibilità alcuna di avere un ruolo importante nelle grandi alleanze (Nato, Ue, ecc.), ma non potendo rassegnarsi a tale condizione di minorità, sia per la posizione geostrategica che per il rilievo dei suoi interessi, non può starsene al seguito di potenze maggiori qualunque cosa esse decidano per i loro scopi (il caso libico è palmare in tal senso). E tuttavia essa deve soccombere anche perché sul piano interno, e non solo politico, è divisa e indecisa da sempre, dominata da ogni tipo di filibusta, di avventurieri e minorati nel pensiero.

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