venerdì 29 aprile 2011

Cazzeggiando


Da alcune settimane andavo scrivendo su Giorgio Napolitano, facendo magari storcere il naso a qualcuno delle decine di migliaia di lettori di questo blog. Ora leggo che anche la “sinistra” sta scoprendo l’argomento. Prima facevano finta di non sapere chi era stato il “compagno” Giorgio.

E a proposito di sinistri e di sinistra sottoscrivo queste parole di Furio Jesi tratte da un articolo di Andrea Cavalletti a p. 11 del manifesto di oggi:
«Ho qualche dubbio circa la possibilità di applicare oggi, in Italia, la distinzione tra destra e sinistra, non perché in astratto io la ritenga infondata ma perché non saprei bene quali esempi di sinistra citare».

Berlusconi è l’unico vero leader politico oggi in Italia (Bossi lo è solo per una parte). E questo spiega in gran parte il suo successo. La cosa non ci piace affatto, ma è un dato di fatto. Ha tirato fuori la faccenda del biotestamento e l’opposizione è già in apnea. E lui accaparra i voti dei soliti cattolici oltranzisti in vista delle amministrative. Se si andasse a elezioni politiche vincerebbe a man bassa.

Alla “sinistra” manca un’idea, una sola, quella di un’alternativa credibile. Anche solo un  vago accenno, come con Prodi. Ma non può avercela questa idea, per il semplicissimo motivo che non solo ha rinunciato a qualsiasi progetto vagamente e blandamente riformista, ma in questa situazione ci si trova benissimo e lo dimostra a ogni occasione importante in parlamento ("Sì della Camera al Documento cardine dell'azione di Tremonti. Ma quaranta assenti dell'opposizione graziano il governo sull'economia. Un ko avrebbe avvicinato la crisi. Tra gli assenti Di Pietro, Bocchino e D'Alema" - Repubblica, p. 10).

I mille individui più ricchi del mondo, tra i quali figura ai primi posti Berlusconi, hanno un patrimonio netto doppio rispetto al patrimonio totale dei 2,5 miliardi di individui più poveri. Lo 0,15% della popolazione mondiale detiene il 17% degli attivi finanziari globali. Tra i paesi sviluppati, L’Italia, assieme a Usa e Gran Bretagna, presenta gli indici di disuguaglianza economica più marcati. I lavoratori italiani, giapponesi e irlandesi sono quelli che hanno perso di più in termini salariali tra il 1976 e il 2006. A Bersani è inutile ricordare che la ricchezza, tra l’altro, è potere. Inutile perché lui dice di essere un liberale (perché Berlusconi e Marchionne no?).

Nessun commento:

Posta un commento