lunedì 14 febbraio 2011

Mt 23,27-32



«Mi permetto di far notare la contraddizione: proprio quelli che sono sempre pronti a denunciare l’intrusione vaticana nella politica italiana, sarebbero pronti ad applaudire che la Chiesa mettesse il naso nella moralità privata del presidente del Consiglio».
Lei, Messori, non si scandalizza per ciò che è accaduto ed è uscito sui giornali?
«Cerco di guardare quanto accade con realismo. […] Enrico VIII, una sorta di sessuomane fin da quando era ragazzo, sciupafemmine inveterato che faceva strage di suddite. La Chiesa lo proclamò defensor fidei perché si oppose alla Riforma. E quel titolo è rimasto ancora oggi ai re d’Inghilterra. Poi volle sposare Anna Bolena e pretendeva la nullità del precedente matrimonio e, come si sa, il rapporto con Roma si ruppe. Però, fino a quel momento, la sua immoralità privata non contrastava con quel titolo così importante e altisonante….
[…] Preferirei un politico dalla vita privata irreprensibile che fa buone leggi. Detto questo, ricordo che il peccato che più fa adirare Gesù nei Vangeli è l’ipocrisia, vale a dire il presentarsi come ossequiosi e morali, ma poi avere una vita privata che va da tutt’altra parte. Il cristiano deve confrontarsi con il mondo così com’è e dunque, per rispondere alla domanda, è certamente meglio un politico puttaniere ma che faccia buone leggi di un notabile cattolicissimo che poi fa leggi contrarie alla Chiesa».
Vittorio Messori intervistato da Il Giornale, 19-1-2011
* * *
«in Spagna è nata anche una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo, come abbiamo visto proprio negli anni Trenta».
Joseph Alois Ratzinger, intervista, 6 novembre 2010.

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