venerdì 21 gennaio 2011

La preghiera dei sindaci



Come se vivessimo ad Arcore, la televisione (unico imbuto informativo per il 70% e oltre della popolazione adulta) e i giornali (altro referente ideologico per chi li legge) continuano ad occuparsi prevalentemente di cosa accade nelle stanze della villa e dei palazzi di Sua Proprietà. Ma proprio ad Arcore s’è deciso, tra Bossi e Berlusconi, il via libera al cosiddetto federalismo municipale, una cosa che riguarda tutti molto da vicino, le nostre tasche anzitutto, ma anche la qualità (già scarsa) dei servizi.
Anche dal punto di vista politico, è questo il terreno sul quale concretamente può cadere il governo. Ma possiamo essere certi, nonostante la levata di scudi dell’associazione dei comuni italiani (i quali “pregano il Governo di apportare gli opportuni chiarimenti quanto prima”), cioè dei sindaci, che il provvedimento passerà. Se non altro per la paura fottuta di andare alle elezioni (cosa che la Lega non teme e che alla fine favorirebbe, ancora una volta, Berlusconi). Del resto, Bossi ha detto: “passa al 100 per cento”.
Dal canto suo il ministro dell’economia ha osservato: «Il federalismo è una straordinaria riforma che in progressione riporterà dritto l'albero storto della finanza pubblica». Secondo Tremonti «l'Italia era un paese molto più federalista ai tempi di Mussolini».
Alla fine questo tipo di federalismo, basato essenzialmente e indubitabilmente su un innalzamento di tasse ed imposte, graverà soprattutto sul lavoro dipendente e sulle pensioni, sui redditi più bassi, cioè su quelli che le tasse le devono pagare tutte e subito, alla fonte. I Comuni chiedono, tra l’altro, lo sblocco dell’addizionale Irpef, avere mano libera sulla Tarsu/Tia sui rifiuti, reintrodurre l'Ici (che si chiamerà Imu) per tutti e altri balzelli. Sulla carta si tratta di un’effettiva autonomia impositiva che non guarda in faccia a nessuno, povero o ricco ch'egli sia. Solo che i salariati non possono né evadere e nemmeno "eludere", e alla fine saremo noi a pagare, come sempre.
Il tutto dato in mano a uno scienziato leghista, certo Calderoli, ovvero l'autore della legge elettorale incostituzionale, della "semplificazione" che taglia le leggi contro le frodi alimentari, e di altre simpatiche iniziative. Ma posto che tali richieste in linea teorica siano giuste, dovrebbero anche essere, di contro, contemperate con altri provvedimenti soprattutto riguardo la riduzione della spesa: eliminare le province, accorpare amministrativamente i piccoli comuni, ridurre le pletoriche rappresentanze e gli stipendi, gli uffici sovradimensionati e gli incarichi inutili, ecc. ecc..
Chi pensa che questi provvedimenti possano portare ristoro al “non elevato grado di moralità nella cosa pubblica”, mente sapendo di mentire. Il ladrocinio continuerà come prima e forse peggio; anzi, garantirà agli amministratori locali un’ulteriore scusa per tagliare ancor di più con una mano i servizi e l’assistenza, con l’altra aumentare le tasse e conferire incarichi milionari, assumere amici e parenti nelle società partecipate, privatizzare e partire in comitiva per l’estero, con famigliari e famigli.

Tanto per dire: niente Imu (Imposta Municipale Unica) per la Chiesa. Con la legge sul federalismo fiscale non si applicherà sui beni ecclesiastici. Un'esenzione che non riguarderà solo gli immobili sede di culto e di proprietà della Santa Sede, ma ospedali e cliniche legate alla Chiesa, scuole private, residence e alberghi del bussines cattolico. Le eventuali sanzioni da parte di Bruxelles, che lo scorso ottobre aveva avviato un'indagine volta a stabilire se gli «aiuti alla Chiesa» fossero illegittimi o meno,vanno così a farsi fottere. Ma poi, a chi interessano 'ste cose?
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A proposito di famiglie, per fortuna che c'è la Ferrari che pensa a loro [*] .

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