domenica 19 dicembre 2010

Anche un orologio rotto indica l'ora esatta due volte al giorno



Eugenio Scalfari, alla vigilia dell’Anno Domini 2011, scopre, leggendo uno “scoop” del NYT, che è la finanza a governare, nei fatti, l’economia del mondo. Dice anche, ma solo ora, che si tratta di un segreto di Pulcinella, mentre solo la settimana scorsa scriveva di “sovranità popolare” e simili coglionate.

Naturalmente, come gli succede in simili casi, cita “Carlo Marx”, italianizzandone il nome essendogli intimo: «Di comitato d'affari parlò per primo Carlo Marx negli anni Quaranta dell'Ottocento e se ne è continuato a parlare negli ambienti della sinistra internazionale».

Questa frase, apparentemente banale, merita una riflessione poiché essa rivela la natura del pensiero scalfariano, la miseria della sua anlisi politica dei rapporti sociali e segnatamente di quelli economici:

Marx ed Engels, nel primo capitolo del Manifesto, scrivono: «Il potere politico dello Stato moderno non è che un comitato, il quale amministra gli affari comuni di tutta quanta la classe borghese» (MEOC, vol. VI, p. 488).

A Scalfari è sfuggito che si tratta bensì di un comitato d’affari, ma della borghesia; ed è bene precisarlo, altrimenti sembra che il potere politico, come comitato, abbia in cura gli interessi degli alieni, o quello dei singoli banchieri, e non invece quelli della borghesia in generale. Nel Manifesto si parla quindi di comitato d'affari in relazione al “potere politico dello Stato moderno”, non di un comitato d'affari generico o del settore della finanza. Non è una differenza di piccolo conto ed evince la cattiva coscienza di Scalfari quando elude il fatto, politico!, che per Marx è già lo Stato moderno stesso un comitato d'affari della borghesia, e perciò la “Cupola bancaria” (di cui dice il NYT poi ripreso da Scalfari) ne rappresenta solo una superfetazione, per quanto importante. Infine, gli altri “ambienti” in cui si continuò a trattare della faccenda, furono, per esempio, quelli leniniani, ma non solo. E  proprio questi "ambienti" presero in considerazione gli sviluppi del capitalismo monopolistico e finanziario dopo Marx.

Naturalmente le rivelazioni sensazionali del NYT avranno a che fare con qualche disputa tra opposte fazioni della borghesia (bancaria, industriale, politica) e sono ruminate da Eugenio Scalfari (sempre per interessi di piccola bottega) come se vestisse alla Federico Rampini:

«In un giorno fisso della settimana i capi delle nove banche principali si riuniscono in un club riservato, esaminano gli ultimi dati sull'occupazione, sui mutui immobiliari, sulla produzione manifatturiera, sui tassi di cambio delle principali valute (dollaro, euro, yen, yuan), sugli "spread" tra i principali debiti sovrani, sulle materie prime. L'esame dura un'ora o poco più. Poi tirano le somme e decidono come muoversi sui mercati oppure non muoversi e restare in attesa».

«Le piccole banche sono eliminate dalle grandi, nove delle quali concentrano quasi la metà di tutti i depositi. E inoltre questa statistica trascura molte circostanze, per esempio il fatto che tutta una serie di piccole banche si sono trasformate in effettive filiali delle grandi banche». Queste ultime parole, in grassetto, non sono di Scalfari, ma appartengono al maggior teorico di quella “sinistra internazionale” a cui allude il grande filosofo civitavecchiese e sono state scritte oltre 90 anni or sono!

Scalfari ai suoi lettori rivela anche un altro segreto di Fatima che altrimenti dovrebbero leggere su Dagospia:

«In Italia esiste un comitato del genere che sta a mezza strada tra la politica e gli affari e ha la sua base nelle partecipazioni intrecciate tra i vari membri che lo compongono. È un comitato che ha di mira soprattutto la stabilità dei poteri forti, con scarsa vocazione e scarse connessioni con la speculazione internazionale. La nostra piccola Cupola è piuttosto provinciale e si dipana tra Milano, Trieste, Torino. E naturalmente Roma».

Sbalorditivo. Noi salariati e pensionati, popolo profondo, pensavamo, ne eravamo certi e fiduciosi, fosse la politica, su nostro mandato, ad occuparsi di simili faccende, di decidere sui tassi di cambio, sulla moneta, sulla domanda, sul lavoro e simili. E invece veniamo a scoprire, grazie alla stampa libera, che è tutto in mano alla “Cupola”, come nei film.

«Abbiamo qui un esempio tipico dell'inettitudine del giornalismo borghese, dal quale la scienza borghese si differenzia solo per minore schiettezza e per la tendenza a celare l'essenza delle cose, a nascondere la foresta dietro gli alberi». Per fortuna nostra che Scalfari non sembra aver letto Il capitale finanziario di Rudolf Hilferding, apparso appena un secolo or sono (1910), e sicuramente non ha letto L’imperialismo fase suprema del capitalismo di Lenin, altrimenti oltre al Natale ci avrebbe rovinato anche il Capodanno.

«La banca, tenendo il conto corrente di parecchi capitalisti, compie apparentemente una funzione puramente tecnica, esclusivamente ausiliaria. Ma non appena quest'operazione ha assunto dimensioni gigantesche, ne risulta che un pugno di monopolizzatori si assoggettano le operazioni industriali e commerciali dell'intera società capitalista, giacché, mediante i loro rapporti bancari, conti correnti e altre operazioni finanziarie, conseguono la possibilità anzitutto di essere esattamente informati sull'andamento degli affari dei singoli capitalisti, quindi di controllarli, di influire su di loro, allargando o restringendo il credito, facilitandolo od ostacolandolo e infine di deciderne completamente la sorte, di fissare la loro redditività, di sottrarre loro il capitale o di dar loro la possibilità di aumentarlo rapidamente e in enormi proporzioni, e così via».

È trascorso quasi un secolo da quando Lenin scriveva queste parole relative non al futuro, ad un prossimo millennio, bensì alla sua epoca. Ma, com’è noto, le zucche borghesi sono sempre in ritardo di secoli.


1 commento:

  1. Carissimo Magister,bella analisi.
    Volevo aggiungere,che se Scalfari ha citato Marx,è anche perchè siccome se ne sta parlando sempre più (di Marx)è stato anche per darsi un "aria" di sinistra.
    E siccome sappiamo a quale partitto fa riferimento Scalfari,2 più 2 fa quattro.
    saluti e a rileggerla.
    L.

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