venerdì 16 luglio 2010

I giorni dei Turbin



Quelli dell’Unione Sovietica, soprattutto, venivano chiamati “dissidenti”. Nell’estremo occidente, negli Usa, gli oppositori del sistema, o semplicemente gli intellettuali “scomodi”, non graditi all’establishment, subivano e subiscono un trattamento diverso: sono definiti asociali, malati, infidi, e più genericamente comunisti. Essi vengono, in genere, colpiti in modo meno diretto, più subdolo che non i dissidenti nei regimi sedicenti comunisti. Soprattutto economicamente, privandoli del proprio lavoro, dei mezzi di sostentamento, quindi ostacolando le loro relazioni sociali, affettive e famigliari. Quelli ritenuti più pericolosi sono incarcerati sotto i più vari pretesti, o eliminati fisicamente.
La storia del partito comunista americano, il maccartismo (non va dimenticato che il braccio destro di McCarthy fu l’avvocato ventisettenne Robert Kennedy), sono solo degli esempi, in verità poco noti al grande pubblico nei loro dettagli, quei “dettagli” che riguardano decine di migliaia di persone. A tutti è invece noto come Charlie Chaplin sia stato espulso dagli Stati Uniti. Come sono morti il rev. King e Malcom X, la persecuzione degli atleti afroamericani che nel 1968, alle olimpiadi di Città del Messico, osarono dal podio alzare il pugno. Ma questi sono solo nomi ed eventi molto famosi. L’Fbi, la Cia, la Nsa (la più grande agenzia di spionaggio Usa) e le altre tredici agenzie di Intelligence che compongono l’IC (sigla per United States Intelligence Community) non agivano e non agiscono diversamente dalla Stasi o dal KGB. Gli spiati, i sorvegliati, gli schedati, i pedinati e i perseguitati negli Stati Uniti sono stati e continuano a essere decine di milioni.
Anche in Italia, chi dissente, i non allineati, insomma i rompicoglioni, vengono perseguitati nei modi sopraddetti (schedature Fiat, spionaggio Telecom, ecc. ecc.). Vedi, come solo esempio, i tre operai di Pomigliano iscritti alla Fiom e licenziati da Marchionne con un pretesto. Oppure quello che sta capitando al segretario della Fiom di Reggio Calabria. A proposito di Calabria, che fine hanno fatto i lavoratori di Rosarno deportati a forza?

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